In quel fine settimana di inizio giugno Guendalina si concesse una pausa dal lavoro per dedicarsi a una delle sue più grandi passioni: esplorare i mercati e le pescherie della costa adriatica. Attratta dalla promessa di deliziose avventure culinarie, decise di visitare il porto di Cesenatico e come ogni anno prenotò un biglietto del treno per partire presto la mattina successiva. Il viaggio fu piacevole, con il paesaggio emiliano-romagnolo che scorreva fuori dal finestrino verde e rigoglioso. All’arrivo, il profumo del mare e il rumore delle onde la accolsero con un abbraccio familiare.
Il mercato del pesce era già in piena attività. I pescatori scaricavano casse piene di pesce fresco mentre i venditori esponevano con orgoglio il loro bottino notturno. Così Guendalina si lasciò trascinare dalla folla, attratta dai colori vivaci e dai profumi intensi. Tra i banchi affollati, un piccolo stand di un ristorante di nuova apertura attirò la sua attenzione. Un uomo anziano, con il viso segnato dal sole e dalle intemperie, preparava con maestria un piatto che sembrava straordinario: salmone glassato con miele e aceto balsamico in crosta di pistacchi.
Affascinata Guendalina si avvicinò, osservando ogni gesto dello chef. L’uomo si chiamava Pietro: le sorrise e le offrì un assaggio del suo capolavoro. Il salmone dolcemente glassato e avvolto in una crosta croccante di pistacchi si scioglieva in bocca, liberando un’esplosione di sapori equilibrati e deliziosi. Guendalina rimase incantata e chiese a Pietro di raccontarle la storia dietro quel piatto. L’uomo le spiegò che la ricetta era stata tramandata nella sua famiglia per generazioni. Sua nonna, originaria di un piccolo paese vicino Modena, aveva creato la combinazione unica di miele e aceto balsamico. I pistacchi, invece, erano un’aggiunta più recente, introdotta dal padre di Pietro che amava sperimentare con i sapori. Ogni volta che preparava quel piatto Pietro sentiva di onorare le tradizioni della sua famiglia e di portare un po’ della loro storia in ogni boccone. E col suo nuovo ristorante avrebbe dato finalmente un nome a quel piatto degno di essere ricordato.
Guendalina ascoltava affascinata, sentendo un legame speciale con quella storia. Decise di trascorrere il resto della giornata esplorando il porto, lasciandosi ispirare dai racconti dei pescatori e dalla bellezza del mare. Prima di andare via, comprò una generosa porzione di salmone glassato da portare a casa, determinata a condividere quella delizia con la sua famiglia. Tornata a Modena, Guendalina organizzò una cena nel suo giardino, sotto l’albero di gelso che ombreggiava il suo angolo preferito. Invitò i suoi genitori e la sorella, raccontando loro della sua avventura al porto di Cesenatico e della storia dietro il piatto che stavano per assaporare. Mentre il sole calava e la luce dorata avvolgeva il giardino, i sapori del salmone glassato al miele e Aceto Balsamico di Modena portarono con sé un po’della magia del mare e delle storie di Pietro. La serata si concluse con risate, racconti e un profondo senso di connessione con le proprie radici e tradizioni. Guendalina capì che, proprio come Pietro, anche lei poteva portare a tutti un pezzo di quella magia unica che si tramanda di generazione in generazione in ogni famiglia.